Figure indispensabili del presepe, gli angeli sono stati, per gli artisti, una costante fonte di ispirazione. Su di essi la fantasia, pur nel rispetto delle forme iconograliche classiche, si è esercitata senza limiti.

Nei presepi compaiono un gruppo di figure che non deve nulla ai Vangeli apocrifi ma tutto a quelli canonici: si tratta degli angeli.

Quel che li riguarda deriva infatti in toto dagli scritti di Matteo e Luca: nei loro racconti infatti esercitano un ruolo talmente determinante negli eventi da apparire, a ben vedere, come gli autentici protagonisti dei cosiddetti Vangeli dell'Infanzia.

Vediamo sommariamente gli episodi più salienti: un angelo appare al vecchio Zaccaria e gli annuncia che Elisabetta, sua sposa, sta per avere un figlio, il futuro Giovanni Battista.

Ma Zaccaria non ci crede e come punizione viene reso muto, a questo punto l'angelo, che stando alla tradizione dovrebbe essere Gabriele, si dirige a Nazaret e rivela a Maria che concepirà il figlio di Dio.

Agli occhi del buon Giuseppe, il promesso sposo di Maria, questa misteriosa gravidanza è inaccettabile, e arriva persino a pensare di ripudiare la fidanzata.

Ma ecco che un angelo (in questo caso la lettera del Vangelo non permette di identificarlo) appare in sogno al futuro padre di Gesù e gli spiega quel che sta accadendo: Giuseppe a questo punto si inchina alla volontà di Dio.

Ed ecco che arriviamo alla nascita del bambin Gesù, dove troviamo un altro angelo, a Betlemme, annunciare ai pastori l'evento e un coro di potenze angeliche intonare il Gloria: e mentre accade tutto questo, un gruppo di sapienti sovrani, i celebri Magi, notano in una stella i segni della nascita del Re del Mondo e si mettono in marcia.

Con ingenuità chiedono consiglio a Erode, che li incarica di trovare il Bambino e riferire. I Magi trovano la Sacra Famiglia e stanno per tornare dal crudele sovrano quando, per l'ennesima volta, un angelo li dissuade.

A questo punto Erode va su tutte le furie e ordina la celebre strage degli Innocenti, ma nuovamente un angelo appare in sogno a Giuseppe e lo spinge alla fuga.

Siamo quindi di fronte a ben 6 interventi angelici: un'enormità, se si pensa che in tutto il resto del racconto evangelico, ben più ampio dei Vangeli dell'Infanzia, gli angeli appaiono solamente due volte.

L'arte sacra prima e quella presepiale poi hanno accolto in pieno il ruolo fondamentale svolto dagli angeli nel racconto evangelico: artisti e artigiani nel raffigurarli, li hanno resi vere e proprie figure centrali e fondamentali delle loro opere, e numerosissimi esempi sono lì a confermarlo.

Sia esso Caravaggio o Beato Angelico, ogni volta che un pittore ha raffigurato Annunciazioni, Sogni di Giuseppe, Annunci ai pastori, fughe in Egitto, non ha potuto fare a meno di porre l'Angelo in posizione centrale.

Queste rappresentazioni, assieme a quelle più indipendenti dall'ispirazione evangelica (basti pensare alla grandiosa schiera di ?angioletti? dell'Assumta di Tiziano o ai bellissimi Angeli musicanti di Melozzo da Forli o alla celeberrima coppia di angeli-bambini nella Madonna di San Sisto di Raffaello), hanno contribuito a fissare nel tempo, un vero e proprio canone iconografico.

Se oggi noi ci immaginiamo queste creature celesti come giovani belli e delicati, talvolta straordinariamente femminei, altre androgini, lo dobbiamo ai grandi maestri della pittura.

Questo canone 'angelico', fatto di tradizione biblica (gli angeli sono largamente presenti anche nell'Antico testamento), chiare indicazioni teologiche e fantasia artistica, si è trasferito pienamente anche all'arte presepiale.

Nessuno, per quanto audace sia stato, ha mai messo in discussione il modello e questo è valido ancora oggi.

L'angelo ha immancabilmente grandi ali dai colori delicati, il viso con un'espressione intensa, i capelli quasi sempre biondi, nel corso della Annunciazione tiene in mano un giglio, se annuncia la buona novella inalbera il cartiglio con il Gloria in excelsis Deo, se scende ad avvertire Giuseppe dell'imminenza della strage incombe dall'alto e se assiste la Sacra Famiglia durante la Fuga in Egitto lo fa alleviando le fatiche del viaggio con musiche sublimi.

La causa di questa immutabilità iconografica è da rintracciarsi ancora una volta nell'implacabile gusto conservatore della credenza popolare.

Se la gente ha continuato per secoli a comprare statuine di angeli che sembravano usciti da quadri, è perché in esse ha ritrovato ciò che cercava e voleva, ovvero un'immagine sacra e dai forti tratti protettivi, capace di essere immediatamente usata, apprezzata e riconosciuta: l'unica capace di spiegare a tutti, con la sola presenza, il messaggio chiave: che la salvezza, grazie all'annuncio è a portata di mano; e l'annuncio, senza angeli, sarebbe impossibile.