Ogni tradizone ha una sua specificità, ma tutte si fondano su un terreno comune: quello della fede Cristiana e di una devozione popolare.
La vecchia arlesiana del presepe provenzale dai forti tratti impressionisti, e il sognante, barocco sacerdote del presepe spagnolo sono entrambi incarnazioni dello stesso bisogno di fede.
Davvero arduo, osservando le maniere con cui le grandi correnti culturali europee hanno interpretato e realizzato i propri presepi, non scontrarsi contro una impressione di profonda diversità.
La severa e allo stesso tempo magnifica teatralità delle opere di area germanica non ha per esempio nulla a che vedere con l'esplosione di colori e di naiveté del presepe provenzale, che deve moltissimo all'impressionismo.
Eppure se ci soffermiamo ad ammirare la splendente bellezza dei presepi voluti da Carlo III in Spagna, eccoci prigionieri di una sensazione di "gia visto": come non cogliervi, infatti, una rilettura di quella straordinaria esperienza che il sovrano visse ai tempi in cui era re di Napoli?
Da tutto questo ne deriva una prima osservazione: se è vero che ciascuna tradizione presepiale trae ispirazione dalla propria civiltà e dalla propria storia, è altrettanto vero che vi circolano assonanze, allusioni e rimandi, che troviamo inevitabilmente alcuni elementi comuni che legano tra di loro le diverse realtà.
Ma di cosa si tratta? La risposta è allo stesso tempo semplice e complessa: indubbiamente a legare tra di loro tutte le esperienze del Vecchio Mondo è il comune richiamo a un'unica dottrina di fede, quella del Cristianesimo.
Il presepe nasce e si sviluppa, in tutta l'Europa, come manifestazione sentita e quindi profonda, di devozione popolare che accompagna, segue, e talvolta precede, e comunque incalza il diffondersi dei santuari e del culto delle reliquie.
È, in altre parole, un Cristianesimo popolare che si incarna in storie di semplice comprensionei e di grande impatto emotivo e spettacolare.
È stata poi la storia, con le sue evoluzioni spesso drammatiche, a produrre le varie diversità.
Così, l'accentuazione dell'aspetto "imperiale" dei presepi di area germanica sarebbe incomprensibile senza cogliere a fondo il bisogno di difesa intransigente e solenne del Cattolicesimo di fronte all'irrompere e al dilagare della Riforma.
E ugualmente impossibile sarebbe apprezzare la forza dirompente, sul piano del disegno stesso delle statuine, del presepe provenzale, senza soffermarsi a riflettere sull'impatto che la pittura impressionista di fine Ottocento ha esercitato sull'intera cultura francese, e che proprio nella Provenza ha avuto uno dei suoi principali motori di sviluppo.
La conclusione è naturale: nessuna civiltà nasce e cresce da sola: ma sente il bisogno, come si suol dire, di unità nella diversità: La storia del presepe ne è solo una delle infinite conferme.